Questo romanzo è un viaggio nel cuore oscuro di un’Italia di qualche decennio fa, in un contesto che oggi ritorna a inquietarci. È una discesa nel rifiuto viscerale di una società ipocrita. All’efficacia abbacinante della sua prosa, l’autore affianca una visione lucida fino all’estremo del saper stare al mondo oppure del volersene liberare.
Tre storie, tre romanzi brevi, diversi per personaggi e ambientazioni, ma accomunati dalla stessa matrice: l’elemento letterario che sublima il vero in un falso accattivante, originalissimo, profondo.
Nell’era dell’autofiction, Stefano Domenichini compie un percorso opposto: riempie di suggestione e fantasia precisi fatti oggettivi, situazioni realmente esistite, infondendo loro tutto il calore della “bugia” narrativa.
Lo stile diretto, ironico, denso di umanità dell’autore ci invita ad accettare la sua scommessa: credere all’impossibile, fino in fondo, per poi scoprire di avere, una volta chiuso il libro, gli occhi spalancati sul reale, la mente e il cuore lucidi di verità.
Tre storie, tre romanzi brevi, diversi per personaggi e ambientazioni, ma accomunati dalla stessa matrice: l’elemento letterario che sublima il vero in un falso accattivante, originalissimo, profondo.
Nell’era dell’autofiction, Stefano Domenichini compie un percorso opposto: riempie di suggestione e fantasia precisi fatti oggettivi, situazioni realmente esistite, infondendo loro tutto il calore della “bugia” narrativa.
Lo stile diretto, ironico, denso di umanità dell’autore ci invita ad accettare la sua scommessa: credere all’impossibile, fino in fondo, per poi scoprire di avere, una volta chiuso il libro, gli occhi spalancati sul reale, la mente e il cuore lucidi di verità.
Marco ha 43 anni, una compagna, molti amici, un lavoro, una bella casa. Giulia è sposata, ha tre figli e una madre anziana e malata.
Il loro passato è una breve ed appassionata relazione; il loro presente è un rapporto non risolto, fatto di avvicinamenti e allontanamenti, di ritorni e di abbandoni.
Un evento sconvolgerà la vita di Marco costringendolo a fare i conti con la sensazione di non aver mai scelto nulla nella vita.
Attraverso lo sguardo prima sfuggente e poi diretto di Marco e quello spaventato e aggressivo di Giulia, le loro vicissitudini e quelle dei loro famigliari e amici, il romanzo racconta la precarietà e l’insoddisfazione – economiche, lavorative e affettive – di una generazione (quella dei quarantenni di oggi), e la sua voglia di riscatto.
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