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    Lorenzo vive a Milano ed è un data analyst. Per lui ogni persona è un insieme di dati da raccogliere, decodificare e interpretare. La sua vita trascorre tra analisi di sconosciuti al centro commerciale, serate passate a spiare i profili dei social, e qualche viaggio in Svizzera, dove è in cura un suo ex collega. Finché non incontra Sergio: elegante, professionale, con un buon matrimonio. Sergio diventa per Lorenzo un’ossessione che, lentamente, ingloba ogni lato della sua vita e lo porta a scavalcare le regole che il suo lavoro impone, a far precipitare gli eventi e mescolare ruoli e certezze.

    La trama incalzante di un thriller, l’analisi sociale e dei comportamenti, la lingua rapida e precisa, un senso costante di mistero e vertigine, fanno de Il perturbante un romanzo suggestivo e inusuale, in grado di scavare nel contemporaneo delle nostre esistenze e indagare le tante forme di controllo di cui siamo tutti vittime. Questo romanzo fornisce una mappa molto accurata del contemporaneo, così accurata che vi farà smarrire.

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    Morire e risvegliarsi altrove, in un altro corpo. Questo succede improvvisamente a Francesco Cassini, stimato ingegnere nella Torino di fine Ottocento. Che cosa è successo? Come è stato possibile? Chi crederà alla sua storia? La legge universale che regola il destino di ogni individuo pare essere saltata: Francesco è vittima di una distrazione di Dio. Ai dubbi e alle difficoltà del trovarsi estranei a se stessi, con un altro corpo da abitare, si alternano però anche le avventure e le possibilità che il protagonista del libro si troverà a vivere, innescando una serie di vicende drammatiche, ironiche e struggenti che attraverseranno l’intero secolo. Un romanzo che esplora territori narrativi inediti e che trasforma la nostra idea di identità, di corpo, di destino.

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    Armando Pittella si sveglia di notte in un prato. E’ confuso, non ricorda nulla, non sa dove sia e come ci sia arrivato. Il cielo è limpido, pieno di stelle. Si alza a fatica, si accende una sigaretta e si incammina verso le luci di una costruzione in lontananza. Non sa ancora che una rivelazione sconvolgente cambierà per sempre la sua esistenza.
    La vita va avanti racconta la storia di una inesorabile presa di coscienza, che obbliga il lettore a fare i conti con se stesso e con le sue più intime convinzioni.
    E’ un romanzo originale e struggente, un piccolo gioiello di sperimentazioni letterarie e grafiche, una ghost story sui generis, contemporanea e universale, che parla delle verità più care: la vita, l’amore, la memoria, la speranza.

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    Ignacio è un uomo di mezza età, un padre e un marito esemplare, uno stimato professore. Un giorno, all’improvviso, scompare. Nessuno sa dove possa essere finito: non ne hanno idea l’ex moglie, i figli, tutte le persone che, a vario titolo e in misure e gradi diversi, hanno avuto contatti e relazioni con lui. Tutti si interrogano su questa scomparsa che ha incrinato un equilibrio. L’indagine, le supposizioni, le ipotesi però smuovono qualcosa nelle anime di ognuno dei personaggi costringendoli a fare i conti con la loro esistenza, con nodi irrisolti, lati oscuri e non detti sepolti nel profondo. Quello che non sono mi assomiglia è un romanzo corale, polifonico, che dell’incessante ricerca della felicità fa il suo perno narrativo e la sua poetica.

    Un romanzo vivido e sospeso come un quadro di Hopper, denso di personaggi nei quali non possiamo che riconoscere noi e le nostre scelte; un grande affresco preciso come una fotografia, largo come una carrellata su un paesaggio che si perde all’orizzonte. Nella spirale che condurrà ciascuno al proprio destino, qualcuno si salverà.

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