Due ragazzi, lei musulmana e lui cristiano, tengono vivo il loro amore in una Sarajevo sotto assedio. Una narrazione a quattro mani, una scrittura veloce ma densa: una Giulietta e un Romeo contemporanei, e l’eterno conflitto tra odio e amore, in una storia vera del nostro recente passato che riverbera ancora oggi sul nostro tempo presente.
Alla periferia di una città di cui non conosciamo il nome, in un tempo che potrebbe già essere il nostro, appare un uomo di fango.
Convinto di riconoscerlo, un bambino lo accoglie nel suo mondo: un palazzo abbandonato dove ogni cosa precipita verso il suo destino.
Milanesio fa nuotare il lettore nelle acque alte di un oceano rarefatto, compiuto. Mostra le periferie della vita dove tutti, almeno una volta, siamo stati, dove la risacca della storia sparge pezzi di destini personali da ricomporre.
Alla periferia di una città di cui non conosciamo il nome, in un tempo che potrebbe già essere il nostro, appare un uomo di fango.
Convinto di riconoscerlo, un bambino lo accoglie nel suo mondo: un palazzo abbandonato dove ogni cosa precipita verso il suo destino.
Milanesio fa nuotare il lettore nelle acque alte di un oceano rarefatto, compiuto. Mostra le periferie della vita dove tutti, almeno una volta, siamo stati, dove la risacca della storia sparge pezzi di destini personali da ricomporre.
Il bianco e il nero, tutta la luce e la sua assenza. Su questi due poli opposti si muove la scrittura raffinata e incisiva di Demetrio Paolin alla ricerca di un senso del gesto creativo, che a ben guardare è ricerca di un senso tout court.
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